venerdì 25 dicembre 2009

Termini Imerese, il nucleare al posto della FIAT?



Il governo ha definito i "criteri" per stanziare le nuove centrali: tanta acqua, poco rischio sismico e un mare di soldi per "comprare" gli Enti locali. E tra le località si parla anche della città siciliana dove Marchionne ha deciso di chiudere gli stabilimenti



di Emiliano Viti
Aspetteranno le elezioni regionali per l'individuazione definitiva dei siti per la nuova corsa al nucleare. Ma non è un caso quanto il segno di come la questione ambientale sia ormai un tema che preoccupa seriamente le popolazioni dei nostri territori. Si svenderà la salute dei cittadini coi cosi detti bonus agli enti locali.
Ieri infatti è passato lo schema di decreto che specifica i criteri per l'individuazione dei siti destinati ad ospitare gli impianti nucleari e porta con sè una 'pioggià di «benefici economici» per le province e i comuni che ospiteranno gli impianti, ma anche per quelli limitrofi, col rischio di innescare una nuova guerra fra poveri. Si è riaperto quindi il confronto fra favorevoli e contrari del 'No-Nukè. Ancora nessun nome nè località precisa - per quelli bisognerà attendere le scelte degli operatori che poi dovranno passare il vaglio del ministero dello Sviluppo Economico e dell'Agenzia del Nucleare - ma uno schema di «parametri tecnico-ambientali» che individuano quelle macro-aree che dispongono i requisiti necessari per l'energia atomica. In base al testo approvato dal Consiglio dei ministri serviranno molta acqua, poca sismicità, e distanza da aree abitate, oltre ad un posizionamento strategico per il sistema energetico e la rete elettrica nazionale. Ma lo schema di decreto, che ora dovrà passare attraverso la conferenza Stato-Regioni e le commissioni parlamentari prima di tornare al Cdm, prevede, come detto, anche una serie di benefici economici per gli enti locali interessati: si parte con un contributo di 3.000 euro a Mwh per il periodo della costruzione. Per un impianto Epr da 1.600 Mw (quello scelto al momento dall'unico operatore presente, il consorzio Enel-Edf) si tratta di un bonus da 4,8 milioni di euro l'anno, che verrà diviso per il 40% agli enti locali e per il 60% alle persone residenti ed alle imprese operanti, «mediante riduzione della spesa energetica, della Tarsu, delle addizionali Irpef, Irpeg e dell'Ici». Accanto a questo, un ulteriore beneficio da 0,4 euro per ogni MWh di elettricità prodotta e immessa in rete. Per lo stesso impianto a pieno regime, si tratta di una cifra superiore a 5,1 milioni di euro l'anno. I benefici sono attribuiti per il 10% alle Province in cui è ubicato l'impianto; per il 55% ai Comuni e per il 35% ai Comuni limitrofi, fino ad un massimo di 20 km dall'impianto. Diverse e contrastanti le reazioni dal mondo politico: se il centrodestra applaude compatto a «un importante passaggio» verso il ritorno all'atomo, in molti pensano di lanciare una nuova campagna referendaria che si aggiungerebbe a quella contro la privatizzazione dell'acqua. Al momento le località più gettonate sono Chioggia, Montalto di Castro («non lo vogliamo, si tenessero i soldi», ha subito dichiarato il sindaco Salvatore Carai) e Caorso, oltre a Termini Imerese, che potrebbe appunto venire abbandonata da Fiat. Dal fronte industriale, arriva il commento dell'unico gruppo italiano al momento attivo: le misure approvate oggi «sono una pietra miliare nel percorso per il ritorno dell'Italia al nucleare», afferma Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel. Prima pietra prevista per il 2013.

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