martedì 7 settembre 2010

DOVE VA LO STATO SIONISTA?

ALL'INTERNO DUE ARTICOLI CHE CHIARISCONO ABBASTANZA LA DERIVA ANTIDEMOCRATICA DEL GOVERNO E DEL PARLAMENTO SIONISTI.
UNO E' DELL’ASSOCIAZIONE PER I DIRITTI CIVILI IN ISRAELE (ACRI)
L'ALTRO E' DI MICHEL WARSHAVSKI MEMBRO DELL’AIC
(Alternative Information Center)

RELAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE PER I DIRITTI CIVILI IN ISRAELE (ACRI)
(resa pubblica mercoledì 11 agosto 2010)
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Lo scorso 21 luglio, ultimo giorno della seduta estiva della Knesset [il parlamento israeliano], l’ACRI ha fatto appello al Primo ministro Benjamin Netanyahu e al Presidente della Knesset Reuven Rivlin, mettendo in guardia sulla tendenza allarmante che si sta delineando nel parlamento attuale e che si è diffusa nel corso dell’ultima tornata: l’utilizzazione da parte della maggioranza del procedimento democratico, in particolare di quello legislativo, per ostacolare la libertà di espressione, colpire il nostro sistema di equilibrio dei poteri e violare i diritti dei gruppi minoritari in Israele. Ecco di seguito l’elenco stilato dall’ACRI dei 14 peggiori progetti di legge di questa sessione:

<!--[if !supportLists]-->1) <!--[endif]-->Legge di dichiarazione di fedeltà dei membri della Knesset (proposta dai deputati David Rotem, Yisrael Beitenu): i membri del parlamento sarebbero tenuti a dichiarare la propria fedeltà a Israele come Stato ebraico e democratico, alle sue leggi, ai suoi simboli e al suo inno nazionale. In particolare, la legge delegittimerebbe ed escluderebbe i gruppi minoritari dalla partecipazione alla democrazia israeliana.
<!--[if !supportLists]-->2) <!--[endif]-->Legge per impedire alla Corte Suprema di decidere sulla “legge di cittadinanza” (proposta da David Rotem ed altri 44 deputati): si tratta di un tentativo di prevaricare l’autorità giudiziaria autonoma della Corte Suprema per quanto riguarda la “legge di cittadinanza, che la Corte non ha ancora abolito.
3) Legge sulla Corte Costituzionale (proposta da David Rotem): un esplicito tentativo di delegittimare la Corte Suprema, stabilendo in’autorità giudiziaria alternativa.
4) Legge sulla Nakba (proposta da Alex Miller e Yisrael Bitenu): chiunque consideri la data dell’instaurazione dello Stato un giorno di lutto (Nakba, in arabo “catastrofe”, è il termine usato da alcuni palestinesi di Israele per indicare l’anniversario della fondazione dello Stato di Israele) sarà privato del finanziamento pubblico, una legislazione che rappresenta una violazione della libertà di espressione con cui la maggioranza tenta di ridurre al silenzio una specifica posizione politica.
5) Legge per vietare le incitazioni (presentata da Zevulun Orlev e Habayit Hayehudi – Nuovo partito religioso): il divieto già esistente verrebbe esteso per includere il rifiuto di Israele come Stato ebraico e democratico.
6) Legge di dichiarazione di fedeltà dei cittadini (presentata da David Rotem): ogni cittadino dovrebbe dichiarare fedeltà a Israele come Stato ebraico, democratico e sionista, e prestare servizio militare o civile (nazionale).
7) Legge di accettazione delle comunità (presentata da David Rotem, Israel Hasson e Shai Hermesh Kadima): approvazione dei comitati di ammissione comunitari per respingere i candidati non in conformità con le opinioni della comunità. [In particolare la legge punterebbe a impedire ai palestinesi di Israele di ricorrere contro decisioni locali che vietano di fare acquisti o di insediarsi in comunità ebraiche. Si veda, ad esempio, l’impossibilità di un affitto per una famiglia beduina - http://www.protection-palestine.org/spip.php?article8518 – ndt].
8) Una serie di progetti di legge proposti dal governo, volti a limitare i poteri dell’opposizione in parlamento, fra i quali: 7 deputati potrebbero scindersi da una formazione per dare vita ad un’altra, in luogo di 40 (un terzo del parlamento): aumentare a 55 la maggioranza richiesta per approvare un disegno di legge finanziario: se il Primo ministro non riesce a formare un governo dopo un voto di sfiducia, il parlamento precedente sconfitto verrebbe reinsediato; e così via.
9) Legge sul finanziamento ad opera di Stati stranieri (presentata da Zeev Elkin, del Likud, e da altri deputati): si prenderebbero misure rigide per limitare il finanziamento estero di associazioni israeliane senza fini di lucro. La legge è stata strategicamente concepita per prendere di mira organizzazioni di un certo orientamento politico e le associazioni per i Diritti dell’Uomo, allo scopo di controllare le iniziative della società civile israeliana.
10) Legge sul condono per coloro che avevano protestato contro il disimpegno [da Gaza] (presentata da Reuven Rivlin del Likud e da altri deputati): per quanto sia benvenuta la legislazione che riconosce il diritto alla contestazione politica, questa specifica legge, che concede il condono agli individui processati per iniziative di protesta contro il disimpegno da Gaza nel 2005, favorisce un particolare gruppo politico o ideologico, in ragione del bisogno della maggioranza parlamentare di placare i propri elettori. La legislazione dovrebbe, invece, valere in generale per tutti i casi in cui siano accettabili i condoni per attività politiche.
11) Legge per la prevenzione degli ingressi clandestini (presentata dal governo): fra le altre clausole, il progetto di legge renderebbe l’ingresso clandestino punibile con il carcere da 5 a 7 anni, anche per coloro che hanno aiutato gli infiltrati. La legge punta a delegittimare la società civile e le associazioni di sostegno ai profughi.
12) Legge di divieto del boicottaggio (presentata da Zeev Elkin ed altri deputati): chiunque prenda l’iniziativa, realizzi o effettui la pubblicità di materiali che servano di base per il boicottaggio di Israele sarebbe imputato per offese criminali e costretto a pagare risarcimento a coloro che hanno subito il boicottaggio. A qualunque straniero lo pratichi sarebbe vietato entrare in Israele, per 10 anni.
13) Legge di revoca della cittadinanza per gli individui identificati come responsabili di tradimento o terrorismo (presentata da David Rotem): la cittadinanza è un diritto elementare e la revoca in tali casi violerebbe perciò altri diritti associativi. Il sistema giudiziario israeliano dispone a dovizia di leggi volte ad occuparsi di individui scoperti colpevoli di terrorismo o tradimento.
14) Legge sul cinema (presentata a Michael Ben Ari e Ichud Leumi): il finanziamento pubblico di un film sarebbe condizionato alla dichiarazione di fedeltà a Israele come Stato ebraico e democratico da parte dell’intera troupe di quel film.

Associazione per i Diritti Civili in Israele
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UN PARLAMENTO ISRAELIANO FASCISTA
Di Michel Warshavski
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Ho letto con preoccupazione questa secca denuncia da parte di Michel Warshawski, ricevuta dalla rivista spagnola Vientosur (http://www.vientosur.info/). Conosco da decenni Micha, e so che misura abitualmente le parole, e non usa alla leggera il termine fascista. Lo conferma, in appendice, l’elenco delle leggi in preparazione, scaricato dal sito: http://www.protection-palestine.org/, particolarmente utile per la documentazione sul boicottaggio. (a.m. 15/8/10)

La Knesset (il parlamento israeliano) inizia in questa settimana le sue ferie estive. I suoi membri se ne vanno in vacanza; negli ultimi giorni, nella sessione che si chiude, hanno fatto molte ore extra per presentare varie proposte, il cui comun denominatore è: salvare lo Stato dai nemici interni.
Ci limitiamo a richiamare alcune di queste proposte: dichiarare illegale il movimento islamico; organizzare un referendum per dire se il governo può o meno accettare un accordo di pace che comprenda il ritiro da Gerusalemme Est e dalle alture del Golan; condizionare la concessione della cittadinanza alla fedeltà allo Stato come Stato ebraico; criminalizzare i cittadini che appoggiano le sanzioni e/o il boicottaggio di Israele, in particolare quello dei prodotti delle colonie. A queste e a tutte le altre va aggiunta la vecchia proposta che vieta di commemorare pubblicamente la Nakba.
Il volto del parlamento è come quello della sua legislatura più recente: fascista, con una minuscola e penosa opposizione. Non sorprende, a partire da questo, che il parlamento abbia difficoltà ad accettare al proprio interno figure come Hanin Zoabi, soprattutto perché non è possibile escluderla (per il momento?). In quest’ottica, il parlamento le ha tolto alcuni dei diritti che le spettanp come personaggio politico eletto. Il mio cuore è dalla parte di Hanin Zoabi, Jamal Zahalkha, Dov Hanin e di quella manciata di persone sane che restano in questa legislatura, costrette a stare accanto a un centinaio di bruti volgari e di animo meschino, che dimostrano verso di loro una violenza verbale destinata, prima o poi, a trasformarsi in vera e propria aggressione.
Si tratta della legislatura che abbiamo ereditato direttamente dalla sanguinosa aggressione contro gli abitanti di Gaza nell’inverno 2008/2009. L’ampio, pressoché unanime, appoggio ai crimini di guerra di Olmert, Barak e Ashkenazy ha dato vita a una Knesset fascista, in cui Benjamin Netanyahu sembra un uomo di Stato moderato e Tzipi Livni una persona di estrema sinistra.
Di conseguenza, in questo momento lo Stato di Israele sta facendo l’esperienza di un isolamento internazionale senza precedenti, e neppure la presunta “atmosfera amichevole” che ha caratterizzato l’ultimo incontro tra Netanyahu ed Obama può mascherare il senso di imbarazzo della Casa Bianca di fronte ai comportamenti israeliani. La violenza assassina dispiegata dall’esercito contro la Flottiglia della Libertà ha scosso il mondo intero, non solo perché ci sono stati parecchi morti e feriti, ma soprattutto a causa del messaggio che Israele voleva trasmettere al mondo: facciamo quello che vogliamo, senza tenere alcun conto del diritto internazionale, della nostra immagine e delle implicazioni per la comunità internazionale, in particolare i nostri alleati strategici quali la Turchia. «Abbiamo dimostrato al mondo che siamo pronti a diventare pazzi», si vantava Tzipi Livni dopo il massacro a Gaza, il che prova come ci sia un’eredità di Golda Meir quando diceva: «Quel che importa non è quel che dicono i goyim [non-ebrei], ma quel che fanno gli ebrei». Anche Golda Meir aveva l’abitudine di dire smargiassate, con conseguenze di vario tipo, ad esempio la sconfitta di Israele nella guerra del “Yom Kippur”, nel 1973. Non vi è alcun dubbio: un altro “Yom Kippur” aspetta al varco Israele, ben più amaro del precedente. È solo una questione di tempo e, questa volta, verrà sicuramente dal nord.
È una discesa folle verso l’abisso, di cui non si conosce la fine. I greci solevano dire che, prima di distruggere i loro nemici, gli dei dovevano farli impazzire. Tutte le leggi proposte nell’ultima fase dalla Knesset e il mostro legislativo che le ha approvate riflettono questa pazzia che precede il crollo.
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