venerdì 9 aprile 2010

LE CATASTROFI EVITATE, MA SOLO PER CASO

Le industrie a Taranto sono sempre più insicure: Casualità o strategia di uscita. Leggi i due articoli da "La Gazz. del Mezzogiorno".

Secondo noi non può essere casuale che nella fase più bassa dell'economia reale, le industrie del nostro territorio siano diventate sempre meno sicure. Anche se siamo in presenza di un abbassamento di infortuni(e vorremmo vedere che con gli stabilimenti ENI e ILVA in cassa integrazione, gli infortuni fossero come in una fase produttiva normale), gli incidenti agli impianti sono diventati frequentissimi.
Facciamno degli esempi. All'ILVA, si strombazza l'inaugurazione di un nuovo elettrofiltro all'Acciaieria 2(dopo quello della diossina), che deve abbattere i fumi di tutti i colori, et voilà: i fumi aumentano in modo decuplicato, e non solo quelli delle acciaierie, ma anche quelli delle Cokerie e via discorrendo; sempre all'acciaieria si susseguono esplosioni delle siviere che vengono infiltrate di acqua, mettendo a rischio decine di lavoratori. Vogliamo ricordare che qualche anno fa, per aver prevenuto un incidente analogo due delegati, Battista e Rizzo, e sette operai furono licenziati, solo dopo molte lotte dei lavoratori e della FIOM e dopo molti mesi furono riassunti, anche per l'intervento del Presidente della Regione Puglia Vendola. Dopo questo avvenimento, gli incidenti si sono susseguiti. L'ENI, passata sempre per l'Azienda dove non accadeva mai nulla di rilevante, da qualche anno gli incidenti si susseguono: si rompe un serbatoio e solo per caso non ha prodotto un disastro ambientale; si susseguono scarichi di gas in aria che intossicano la città e, anche se non vengono individuate chiaramente le origini, è voce comune sospettare dell'ENI; poi si sono verificati vari blak-out di centrali elettriche che hanno liberato nell'aria fumi neri che hanno ammorbato la città; non ci ha fatto mancare una pioggia di goccioline di catrame sul Quartiere Tamburi; in fine l'esplosione dell'altra notte che ha scosso la città.
Facciamo appello a tutti i cittadini affinché una mobilitazione faccia smettere questo "stato di pericolo costante". Il Sindaco deve intervenire per far interrompere quello che appare sempre più una città in balia totale delle industrie
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