venerdì 18 maggio 2012

Non votiamo per Cito

Se c'è una cosa che non possiamo fare, domenica e lunedì a Taranto, è votare per una persona totalmente nelle mani di un padre pluripregiudicato e, attualmente,
nelle "patrie galere"!


Noi non siamo per il versetto biblico "i peccati dei padri ricadranno sui figli". Ce lo saremmo risparmiato se Cito, quello che va sotto il nome di Mario, non fosse così legato a un padre, Giancarlo, che nel corso della sua vita si è macchiato di parecchi reati. Quella che ha messo a nudo la sua indole delinquenziale, oltre che fascista, è stata l'associazione esterna alla mafia. Successivamente ha fatto campagne, molto spesso diffamatorie contro politici, amministratori e via discorrendo, costruendo la sua fortuna su "sono tutti ladri". Interventi veementi dalla sua televisione At6(prima che fosse chiusa dall'allora ministro Scotti, da lui ribattezzato "Scottex"), che gli hanno procurato varie denuncie, la più nota è stata quella dell'ex sindaco di Taranto Guadagnolo, che si concluse con un risarcimento e il contemporaneo ritiro della querela. Poi, con la sua elezione a sindaco(dicembre '93), inizia i pogrom contro Rom, immigrati e poveri che chiedevano l'elemosina. Questo era quello che gli veniva meglio, visto che contro coloro che tenevano le grinfie sulla città non solo non muoveva un dito ma, addirittura, andava a passare il natale a casa (della famiglia Modeo). Insomma, si era verificato quello che tanti cittadini onesti non avrebbero mai auspicato. Successivamente iniziarono vere e proprie richieste di tangenti che solo in parte si sono trasformate in denaro liquido: vedi il caso della costruzione del porticciolo. C'è anche la vicenda della ditta traslochi Cervelli, alla quale fu chiesta una consistente tangente per poter rinnovare l'appalto col Comune e che la titolare denunciò e che si concluse, in fase civile con un accordo che procurò alla ditta 100.000 €. E poi c'è la storia dello stadio E. Iacovone, negato alla squadra del Taranto calcio, della quale era stato nominato "presidente onorario", costrinse la squadra a giocare a Castellaneta. A tutte queste belle azioni sono seguite condanne su condanne che fanno di Cito Giancarlo un pregiudicato a tutto tondo, tanto da non potersi presentare in prima persona alle elezioni, delegando al figlio questo incarico.
Ora. Qualcuno potrebbe dire "ma è giusto che il figlio non abbandoni il padre in difficoltà"!
Giusto. Infatti non lo chiediamo. Vorremmo, però, che non ne facesse una vittima, un eroe.
Per questo non comprendiamo come una quota consistente di cittadini/cittadine continuino a dare fiducia a questi personaggi con lo slogan "tanto tutti rubano". E no!Voi rubate? siamo certi di no; noi nemmeno... O si dice anche "é l'unico che sta pagando". Nemmeno questo è vero. In questi ultimi 20 anni sono stati condannati e arrestati migliaia di politici, amministratori, funzionari; ma anche se fosse vero, il problema non è che siccome sarebbe l'unico non dovrebbe pagare per i suoi reati, tanto più perchè commessi quando era sindaco.
Allora, liberiamoci di questo secondo Cito, tanto più perché, se già "la foto originale è brutta", la fotocopia è sempre peggiore.
Intanto ci tocca votare per Stefàno, nonostante tutto. Sia chiaro, la sua amministrazione non ci è piaciuta affatto. Troppe beghe e defenestramenti di assessori; poche realizzazioni per migliorare una città che non brilla per pulizia, per l'asfalto delle strade ormai ridotte a colabrodo e soprattutto, per non aver dato risposte ai disoccupati che chiedevano lavoro facendo la raccolta differenziata e altre iniziative piccole ma essenziali per la città. La mancanza più grave è stata il non avere una vera strategia per la situazione ambientale, non solo è stata episodica ma, a tratti è apparsa collaborativa con le direzioni aziendali, accontentandosi di briciole che queste facevano cadere. In fine la vicenda del "Clororosso" contro il quale è stata fatta una vera truffa facendo un accordo per investire nella ex scuola Martellotta e poi rinnegando tutto. E' vero che si stava in regime di dissesto ma sarebbe stato meglio dire subito ai compagni del Clororosso " non ci sono soldi e non si può fare nulla".
Insomma, Stefàno non ci convince ma come dice un vecchio adagio "questo passa il convento"!
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1 commento:

Anonimo ha detto...

Gli italiani hanno votato per 40 anni la Dc: alcuni si turavano il naso, ma lo votavano ugualmente.I risultati devastanti di questi anni rivelano un dato: perché votare nonostante tutto, turandosi il naso? E' il medico che lo prescrive? O nella Taranto la cultura del meno peggio è con possibili spartizioni è sempre vincente? Se questa classe dirigente è confermata significa che le sue clientele continuano ad alimentarlo...per entrambi gli schieramenti in lizza.

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