lunedì 2 maggio 2011
Comunicato stampa - BARI? NON E’ COSI’ VICINA A PARIGI!
riceviamo e inoltriamo il Comunicato Stampa del Comitato Pugliese Acqua Bene Comune sulle ultime notizie inerenti il processo di ri-pubblicizzazione di AqP (apri e leggi il comunicato stampa) Mercoledì 27 aprile abbiamo partecipato alla conferenza stampa tenuta presso la sede dell’Acquedotto Pugliese di Via Cognetti dal Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, dal’Assessore regionale alle Opere Pubbliche Fabiano Amati, e dal Vicesindaco di Parigi Anne Le Strat, giunta a Bari per sancire una partnership e uno scambio di best practice fra l’amministrazione della capitale francese e la Regione Puglia. L’esempio di Parigi, tornata l’anno scorso a una gestione pubblica dei servizi idrici integrati dopo 25 anni di mal gestione privata e di aumenti di tariffa vertiginosi, rappresenta l’emblema della possibilità di smentire quanti sostengono che “privato è bello, pubblico è sperpero”. Vorremmo poter dire la stessa cosa del nostro Acquedotto Pugliese e della sua gestione, che Vendola e Amati in conferenza stampa hanno indicato come segno della volontà di chi governa la Regione di tutelare i beni comuni: vorremmo, perché da parte nostra non smetteremo di ripetere che salvare l’Acquedotto dagli appetiti dei privati non è sufficiente, perché l’ente rimane a capitale interamente pubblico ma assoggettato alla disciplina del diritto privato (è infatti una SPA), così come ammesso dal Presidente della Regione e dall’assessore al ramo durante l’incontro di mercoledì. La strada per rendere davvero “Bari come Parigi” ci sarebbe: si tratterebbe di approvare il disegno di legge sull’Acquedotto Pugliese rispettando il testo originario, alla cui stesura noi stessi abbiamo partecipato, senza snaturarlo, e rendendo così l’Aqp un’azienda pubblica assoggettata al diritto pubblico e libera dalla logica degli utili e dei profitti. Gli emendamenti proposti dalla maggioranza nelle commissioni competenti invece, ahinoi, sembrano andare in altra direzione: non c’è alcuna chiarezza sulla forma giuridica dell’ente, non è prevista la quota minima gratuita giornaliera di acqua per tutti i cittadini pugliesi (scopriamo da Vendola stesso, a distanza di un anno, che i soldi non ci sono o se ci sono le priorità sono altre) e neppure il modello di governance risponde a quelle esigenze di controllo democratico e di partecipazione che per noi sono un punto irrinunciabile. Vendola e Amati oggi ci dicono che la partecipazione va bene ma fino ad un certo punto, oltre il quale chi governa è tenuto a “fare sintesi” e scegliere anche in maniera impopolare e che c’è una legislazione nazionale da rispettare; argomenti legittimi che però stridono con gli impegni e i proclami dei mesi scorsi ma anche con i paragoni affrettati fra la Puglia e Parigi. Insomma, l’impressione che ricaviamo è che per chi amministra la Regione l’efficienza abbia la priorità rispetto alle pratiche democratiche e di partecipazione. A noi non resta che continuare a vigilare, portando avanti la battaglia per l’acqua pubblica senza fare sconti a nessuno come abbiamo sempre fatto, perché si scrive acqua ma si legge democrazia.
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