Come in gran parte degli altri paesi della UE, oggi anche in Italia centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori, di studentesse e di studenti, sono scesi in piazza oggi nella giornata dello sciopero generale europeo.
La mobilitazione è andata molto oltre la chiamata allo sciopero della Cgil e del suo tentativo di rendere questa giornata la più inoffensiva possibile e priva di efficacia nell'interrompere effettivamente l'attività produttiva.
La mobilitazione ha rotto gli argini soprattutto grazie allo straordinario sviluppo nelle scuole di tutto il paese, tra le studentesse e gli studenti medi e tra gli insegnanti di un vasto movimento per la difesa della scuola pubblica, contro tutte le misure del governo che, in nome dell'austerità, puntano a una vera e propria distruzione della scuola pubblica, lasciando i giovani senza alcuna prospettiva del futuro.
L'irruzione sulla scena politica e sociale di un vero movimento di massa, di cui si avevano avuto le prime timide avvisaglie con la manifestazione del 27, e poi ancor più con la grande giornata romana degli insegnanti del 10 novembre.
Un ventata di aria fresca che ha, tra l'altro, scompaginato il misero castello di carte delle primarie del Pd e della contemporanea scimmiettatura del Pdl.
E' in questo quadro che si spiega la violenta reazione degli apparati polizieschi contro le/i manifestanti: porre da subito un argine contro lo sviluppo del movimento.
Sinistra Critica condanna in modo netto la aggressione poliziesca agli studenti a Roma e in numerose altre città, aggressione del tutto ingiustificata e motivata solo dalla volontà del potere di evitare che i cortei arrivassero in vista dei palazzi della politica. Cariche violentissime per spaventare, per "insegnare" ai giovani studenti di stare "al loro posto", nella
gabbia stabilita dal sistema e di rinunciare a ribellarsi e lottare.
In tutta Europa le mobilitazioni circondano e assediano i luoghi del potere politico, parlamenti o palazzi governativi, ma anche i luoghi simboli del potere economico e finanziario. In Italia, dove il discredito della casta politica raggiunge i massimi livelli internazionali, secondo le compatibilità stabilite dalle “forze dell'ordine” occorre mantenere le proteste lontano, per evitare che l'opposizione contro l'austerità si combini con il rifiuto della “casta”, che altro non sono che i gestori politici delle scelte della borghesia.
Così centinaia di giovani sono stati fermati e identificati, numerosi sono stati denunciati, tantissimi sono stati picchiati a freddo. Sinistra Critica chiede l'immediato rilascio degli arrestati e l'archiviazione di tutte le denunce.
Il governo, evidentemente, sente che il clima nel paese sta cambiando e che sta esaurendosi quel torpore sociale che faceva dire a Monti nei suoi tour europei che tutto il popolo italiano condivideva la sua politica.
La mobilitazione odierna segna quindi un grande passo avanti nella costruzione di un movimento di massa plurale contro il governo delle banche e le sue politiche.
Bisogna continuare.
Le militanti e i militanti di Sinistra Critica si impegneranno fino in fondo per ampliare le dinamiche di lotta, per favorire l'autoorganizzazione democratica delle/degli insegnanti, delle studentesse/degli studenti, delle lavoratrici e dei lavoratori e far convergere tutte le opposizioni sociali e politiche al governo Monti.
E' possibile costruire nuove occasioni di mobilitazione continentale, è possibile avanzare verso lo sciopero europeo contro i signori della finanza, le oligarchie borghesi europee e i governi e le istituzioni che ne difendono gli interessi.
Per questo non solo siamo dalla parte di chi è stato picchiato/a, fermato/a, arrestato/a, ma torneremo in piazza anche nei prossimi giorni, tutti e tutte insieme.
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