mercoledì 31 ottobre 2012

ANCORA UNA VITA SACRIFICATA AL DIO PROFITTO!


Sinistra Critica esprime il più profondo cordoglio per la perdita dell'ennesima vita umana. Quando, poi, a cadere per il profitto è un giovane di 29 anni,
al cordoglio si aggiunge la rabbia. Da sempre nel reparto MOF(Movimento Ferroviario) si sono verificati infortuni mortali e non. Si moriva per una causa qualsiasi:
mancanza di passaggi a livello, si saltava in corsa sui vagoni(o si scendeva in corsa), perché non si poteva perdere tempo a fermare il locomotore,
mentre si agganciava o sganciava un carro(come sembra sia accaduto oggi), o perché i vagoni erano troppo lunghi e se il manovratore faceva un segnale il locomotorista non sentiva e, quindi, poteva accadere il disastro. Insomma, per un qualsiasi motivo, certamente non per "colpa del destino cinico e baro", ma sempre per guadagnare tempo, per arrivare prima
allo scarico o al carico dei vagoni. Poi, dopo faticosissime lotte per aumentare la sicurezza gli infortuni si erano ridotti di molto.

Ora, ecco che si ripresenta il problema
più atroce: un'altra vita spezzata.
Ecco la risposta amara a chi, innanzi tutto all'Azienda, ha sostenuto che il problema degli infortuni sul lavoro erano, praticamente, superati. Va ricordato che nell'ILVA
l'infortunistica la si è affrontata con qualche ora di corso e con una mancetta ai gruppi di lavoratori che non avessero fatto infortuni. Pertanto, chi avesse fatto un infortunio
veniva visto come colui che faceva perdere 100 € di premio alla fine dell'anno! Vogliamo ricordare che il calo degli infortuni è avvenuto negli anni della cassa integrazione e di un
ferreo controllo su chi subiva piccoli infortuni.
E' il momento che gli operai rivendichino una vera politica di prevenzione degli infortuni, iniziando a rifiutarsi di fare un lavoro quando verificano che può essere pericoloso, non dandolo a una
azienda d'appalto scaricandolo su chi non può rifiutarsi e pensando che il problema è superato! Operai diretti e indiretti si uniscano in queste lotte.
Sinistra Critica si unisce all'immenso dolore che ha colpito la famiglia del giovano operaio che lascia, sicuramente un vuoto incolmabile.
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