di Ornella Bellucci -
TARANTO TERRORISMO L'uomo, residente da anni in Puglia, è titolare un phone center. Verrà estradato in Turchia
Taranto: «Appartiene al Pkk», in manette turco di etnia curda La Taranto che il 18 agosto scorso Ali Orgen, ha scorto dal phone center tirato su in via Mazzini 103, deve essergli parsa davvero simile alla sua Bismil. Ali, 36enne curdo turco regolarmente residente in città da 6 anni, lo diceva spesso, ma questa volta le sue parole non avrebbero tradito nostalgia. Erano le 11 circa quando all'Alicenter si sono presentati in quattro, tra personale di polizia giudiziaria e ufficio immigrazione, coordinati dall'Ucigos e dall'Interpol, per arrestarlo in esecuzione di un mandato di cattura emesso dalla procura di Diyarbakir il 26 giugno scorso. Ma fino a quel momento non si sapeva per quale motivo. Così Ali, che stava dando una mano agli operai che stanno ristrutturando il locale, ha lasciato tutto e li ha seguiti prima in questura, poi in carcere. Ieri mattina la Corte d'Appello di Taranto ha convalidato l'arresto, e si è saputo per cosa. La prima camera della Corte di sicurezza di Diyarbakir il 13 dicembre del '99 lo ha condannato a sei anni di reclusione accusandolo di «lottare allo scopo di separare una parte del territorio dello Stato», sentenza divenuta irrevocabile il 20 dicembre '99. Orgen avrebbe avuto un ruolo di «agente di comunicazione» tra vari gruppi del Pkk dal febbraio del 1995 fino al giugno del 96. In pratica avrebbe fatto la staffetta. La stessa procura conferma che non è mai stato coinvolto in fatti di sangue, non ha mai sparato un colpo. Viene arrestato il 5 novembre del 96. Nel 99, dopo tre anni di carcere preventivo e torture, la corte decide di condannarlo a morte e poi di tramutare la pena in ergastolo. Poiché si è pentito ed «era docile durante il dibattimento», la corte riduce la condanna a sei anni di reclusione, «perché l'imputato ha dato gli atti e le informazioni importanti per fondare l'organizzazione (...), non ha ucciso oppure ferito qualcuno a mano armata». La corte lo priva dei diritti pubblici, ma ordina il suo rilascio. Ali Orgen condannato senza essere presente in aula, neppure tramite legale, era stato trattenuto in carcere 1133 giorni e all'estinzione della pena ne occorrevano altri 509. Una volta libero, viene in Italia. Qui si rifa una vita, ma nel 2005 il Codice turco viene inasprito, e sulla base di quei cambiamenti viene rivisto anche il suo processo. Deve finire di scontare la pena, quindi la Turchia chiede l'estradizione e la polizia italiana lo arresta senza battere ciglio. Orgen vive a Taranto da circa sei anni. È in possesso di un permesso di soggiorno per lavoro in fase di rinnovo. Ali Orgen era noto all'Ucigos per contatti con alcuni indagati nell'inchiesta che il 26 febbraio scorso a Venezia ha portato all'arresto di 10 cittadini turchi di etnia curda e un italiano accusati di associazione con finalità di terrorismo internazionale per aver arruolato e addestrato in Italia e in altri paesi europei nuove leve per il PKK. In quel caso tutti gli indagati sono stati rimessi in libertà, per insussistenza di prove.
domenica 22 agosto 2010
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